Avere depressione e ansia significa avere un cervello in costante guerra con se stesso

Diviso tra il preoccuparsi troppo e il non preoccuparsi affatto.

Depressione e ansia, i due “raffreddori comuni” dei disturbi mentali. Tuttavia, non dobbiamo lasciare che questo soprannome ci inganni, perché non c’è nulla di comune nel modo in cui queste due malattie lavorano insieme per alterare completamente il funzionamento del nostro cervello.

A volte, il nostro cervello sembrerebbe alternarsi tra epidosi depressivi ed ansiosi. Ci si sente come se ansia e depressione si intercambiassero l’una con l’altra e, per molti, sono poche le volte in cui si può sperimentare una giornata “buona”, durante la quale entrambe rimangono relativamente tranquille. Se l’ansia non diventa un problema, lo diventa la depressione e viceversa.

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Però, spesso, capita anche che questi due demoni si sincronizzano ed entrambi si svegliano dai loro sogni simultaneamente per andare in guerra l’uno contro l’altro, con l’intenzione di rendere la nostra vita un inferno personale.

L’ansia e la depressione funzionano essenzialmente come opposti tra loro. Si tratta di una semplificazione un po’ eccessiva, però, generalmente, l’ansia può essere intesa come una mente iperattiva, mentre la depressione come una mente poco attiva. Di fatto, è più semplice imparare ad affrontare la situazione quando l’una o l’altra prende il sopravvento, ma quello che potrebbe essere complicato è il fatto di gestire il momento quando entrambe attaccano allo stesso tempo.

L’ansia vorrebbe che noi ci alzassimo. Se non ci alziamo iniziamo a pensare che qualcuno potrebbe rimanere deluso, o che potremmo perdere una scadenza, o che tutti potrebbero pensare che siamo delle persone pigre; oppure, semplicemente, potremmo continuare a girarci e rigirarci venendo avvolti da una spirale senza fine.

La depressione non vuole che ci alziamo. Se ci alziamo, dobbiamo fingere con un sorriso di fronte a tutti, oppure feriamo le persone che ci stanno intorno, o non riusciamo a concentrarci perché: “chi potrebbe concentrarsi in qualcosa quando tutto ciò che fai non ha un senso?

Quando le due emergono allo stesso tempo, si diventa totalmente e completamente inutili. Anche se la nostra mente potrebbe pensare a mille all’ora e non vorremmo altro che essere produttivi per poter alleviare un po’ di tensione preoccupandoci solo delle nostre responsabilità, fisicamente non è possibile alzarsi. Non si riesce ad andare avanti perché per ogni pensiero che sta gareggiando nella nostra testa, c’è una corda che lo trattiene e che non gli permette di avanzare.

Fa male la testa, ci si sente come se il cervello stesse letteralmente spingendo contro le ossa del cranio, senza avere un posto dove andare. È vertiginoso e disorientante; e, soprattutto, è infinitamente frustrante. Questo fa sì che anche i compiti più semplici diventino impossibili e viene solamente voglia di gridare: “Perché non posso fare ciò che voglio?“.

Affrontare il senso di colpa è la parte più difficile perché non c’è nulla che si possa fare, se non provare la dolorosa sensazione che ci stiano pungendo con mille spilli. Chi prova questa sensazione, vorrebbe essere in grado di funzionare correttamente, ma non ce la fa, e questo lo fa sentire come se fosse il peggior fallimento del mondo.

Oggettivamente, sappiamo che il nostro cervello è malato e questo rende alcune cose ancora più difficili. Però, anche così, non è possibile sfuggire al peso schiacciante della colpa per non poter agire come persone “normali” che possono fare cose “normali”.

È come se ci fosse una sirena che suona per dirci che dobbiamo adempiere alle nostre responsabilità, ma allo stesso tempo è come se una voce gridasse che nulla di ciò che facciamo è importante. Così, semplicemente, ci si gira dall’altra parte morendo sempre un po’ di più e il rumore dentro al cervello lascia completamente paralizzati.

Non è facile imparare ad affrontare il momento in cui queste due forze opposte si fronteggiano nella nostra testa. Di fatto, non rimane altro da fare che aspettare che finiscano di modo da poterle superare.

Dobbiamo cercare di essere gentili con noi stessi, ricordandoci che ci sono delle sostanze chimiche nel nostro cervello che al momento non si trovano al loro posto e che non siamo delle persone cattive per questo. Parlare gentilmente con noi stessi quando stiamo combattendo questi tipi di disturbi è molto più facile a dirsi che a farsi, ma è essenziale provarci.

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