A scacciare i parassiti ci pensa la natura: gufi e anatre al posto dei pesticidi

Negli ultimi anni, l’uso dei pesticidi per proteggere da eventuali parassiti la cosiddetta agricoltura intensiva, è stato sempre più frequente. Tuttavia, con il passare del tempo sembra che molti si siano dimenticati che esistono delle pratiche sostenibili che potrebbero, in maniera naturale, sconfiggere i nemici degli ortaggi.

Solo alcuni decenni fa, per proteggere le colture, ci si affidava alla natura, ovvero, ai vari insetti utili al loro benessere ed ai diversi animali predatori in grado di mantenere lontano i differenti parassiti.

Fortunatamente, alcuni governi si sono impegnati per ridurre l’utilizzo delle sostanze chimiche e la richiesta sempre maggiore di prodotti biologici ha portato diverse persone a prendere di nuovo in considerazione i vecchi rimedi.

In un progetto partito nel 1982 e messo in atto in Medio Oriente, sono stati ingaggiati dei barbagianni per risolvere il problema dei roditori. All’epoca, erano molti gli agricoltori che si erano ritrovati con degli ingenti danni a causa di questi animali e, per questo, l’unica soluzione possibile sembrava essere quella di utilizzare dei pesticidi.

Tuttavia, l’ornitologo Yossi Leshem si fece mandare dei barbagianni dallo zoo di Tel Aviv, i quali vennero destinati a questo arduo compito. In breve tempo capirono che questi rapaci erano la soluzione ideale al loro problema di ratti, poiché con loro come alleati non veniva creato nessun danno all’ecosistema o all’ambiente.

Chiaramante, i barbagianni non conoscevano i confini e, spesso, si ritrovavano a cacciare roditori in zone più lontane, dove ancora venivano impiegati i pesticidi. Proprio per salvaguardare la salute di questi uccelli “lavoratori“, agricoltori e studiosi di diversi paesi, spesso anche in conflitto tra loro, si videro costretti a dialogare per trovare una soluzione al problema dei roditori.

Dopo questi fatti, i rapaci vengono utilizzati in quasi tutto il Medio Oriente per scacciare i roditori dalle campagne e, di recente, i ricercatori stanno cercando soluzioni simili per altri paesi del mondo. All’epoca, Yossi Leshem disse: “Gli uccelli hanno il potere di unire le persone, poiché loro non conoscono confini“.

Mentre in Giappone, sono le anatre le protagoniste della lotta ai parassiti, poiché esiste una pratica antica chiamata Aigamo, la quale consiste nell’allevare questi animali direttamente nelle risaie.

Takao Furuno era un contadino che negli anni ’80 decise di rinunciare all’uso di pesticidi e di tornare a questo metodo del tutto biologico. In pratica le anatre vengono lasciate vivere liberamente nelle risaie, nelle quali si nutrono di semi di piante infestanti e di insetti dannosi, senza creare alcun danno alle coltivazioni di riso.

Inoltre, i loro escrementi sono un perfetto concime per queste colture. Questa soluzione è talmente efficace che anche altri paesi, compresi la Francia e il Sudafrica, hanno iniziato ad adottarla.

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