Una ragazzina di 13 anni si suicida dopo essere stata violentata in gruppo, la madre trova una lettera che rivela la straziante verità

Il bullismo tocca tutti noi. Anche se non siamo stati direttamente vittime di molestie, probabilemente, nel corso della nostra vita abbiamo visto qualcuno che le ha subite. Purtroppo, sono molti i bambini, i giovani, ma anche agli adulti che vengono molestati ogni giorno.

Cassidy Trevan di Melbourne, Australia, sapeva molto bene cosa significava la parola bullismo.

L’avevano molestata, soprattutto psicologicamente, ma per un paio di volte anche fisicamente.

La appellavano con delle brutte parole e la attaccavano sia a scuola che sui social network; arrivarono addirittura a fare degli atti di vandalismo alla casa della sua famiglia.

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Le cose andavano talmente male che la ragazza non poteva più andare a scuola. Era troppo pesante la situazione che doveva sopportare e nonostante avessero provato a parlare più volte con i suoi stalker, le cose non erano per niente migliorate.

Cassidy rimase chiusa in casa per un intero semestre, dopodiché, all’inizio del nuovo anno scolastico decise di ritornare a scuola e, per abituarsi di nuovo ai ritmi, la frequentava per due giorni alla settimana.

Le ragazzine che l’avevano presa in giro le chiesero scusa, anzi, volevano diventare le sue migliori amiche e le chiesero di andare con loro ad una festa.

Chiaramente, lei voleva andarci, desiderava avere delle amiche dopo essersi sentita sola per così tanto tempo.

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Ciò che Cassidy non sapeva era che le ragazze avevano in serbo un piano terribile

Le ragazze portarono Cassidy in una casa vicino a quella dove avevano organizzato la festa, di modo che due ragazzi più grandi abusassero di lei.

Le ragazze rimasero fuori dalla casa ad aspettare, mentre i ragazzi, a turno, violentavano Cassidy.

Cassidy si mise in contatto con le forze dell’ordine, però aveva troppa paura per testimoniare. Così, senza la sua testimonianza, la polizia non aveva potuto fare nulla a riguardo e nessuno venne condannato.

La madre di Cassidy, Linda, aiutò la figlia a cambiare scuola ed andarono a vivere in un’altra casa. Però, i suoi stalker continuavano a molestarla. La giovane venne aggredita in un negozio e, spesso, chiamavano al telefono della madre per poter parlare con Cassidy.

Linda faceva tutto il possibile, ma Cassidy era sempre più debole. Arrivò ad un punto che non riusciva nemmeno più ad alzarsi dal letto.

Nel dicembre dell’anno 2015, Cassidy si tolse la vita.

Dopodiché, Linda trovò una lettera scritta dalla giovane figlia. Si tratta di una lettera che tutti dovrebbero leggere. Una lettera per tutti i bulli. Una lettera per tutti coloro che sono vittime di bullismo.

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Queste sono le sue parole:

“Sono stata una studentessa dell’istituto (nome omesso) e sono stata violentata da alcuni alunni che continuano tutt’ora a frequentarlo. So che probabilmente sembra che io voglia attirare l’attenzione, ma non è così. Ho molti motivi per scrivere questo e li spiegherò di seguito.

Il mio obiettivo è quello di mettere in guardia le altre persone (soprattutto gli studenti, ma anche i genitori) su ciò che succede, perché sono molto preoccupata. Se loro hanno potuto fare qualcosa del genere a me, potranno farlo anche ad altri bambini. Voi avete il potere di fermare tutto questo. Ricordate che le persone che mi hanno fatto questo, sono degli studenti dell’istituto, è difficile da credere, lo so. Però è la verità.

Non lo sto facendo per vendicarmi degli alunni che mi hanno violentata, né per quelli che hanno organizzato lo stupro, né per quelli che mi hanno molestato per questo motivo o che mi hanno presa in giro per essere stata violentata. Non lo faccio nemmeno per attirare l’attenzione, come ho detto prima, questo voglio che sia ben chiaro.

Lo faccio per gli oltre 1500 studenti tra i 7 ed i 12 anni che frequentano questa scuola e che devono essere messi in guardia. A me è successo ed il personale della scuola non ha fatto nulla per aiutarmi. Ora, è mio dovere avvisare tutti e raccontare ciò è successo.

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Inoltre, faccio questo anche per me. Dopo un anno e mezzo voglio essere lasciata in pace. È incredibile come molti studenti di questo istituto abbiano sentito storie su di me, storie che vengono diffuse ancora oggi. Continuo a ricevere messaggi su Facebook da studenti che mi chiamano put….”

Ho cambiato scuola, ho cambiato casa ed ancora continuano a mettersi in contatto con me per molestarmi.

Non posso costringere la gente a smettere di diffondere pettegolezzi, ma almeno posso provare a dire cosa è successo veramente. Come ho già detto, la mia lettera è indirizzata specialmente a quegli alunni che ancora non conoscono la mia storia e possono correre il rischio di subire una situazione come la mia.

Mi chiamo Cassidy e sono stata violentata.

Se capita che qualcuno cerchi di violentarti, vale la pena combattere! Lotta! Se non lo fai, te ne pentirai per il resto della tua vita, come ho fatto io. Puoi farcela. Fai attenzione. Stai attento. Mettiti in salvo”.

La lettera è stata pubblicata da Channel 9 in Australia.

Se un giovane si toglie la vita a causa del bullismo, non perde solo lui, ma perdiamo tutti noi.

Nessuno dovrebbe sentirsi tanto male da credere di non avere altre opzioni se non il suicidio.

Dobbiamo lavorare tutti insieme. Alunni, genitori, insegnanti, tutti dobbiamo aiutare di modo che questo finisca.

La tristezza di Linda non potrà mai finire, perché sua figlia, purtroppo, non tornerà.

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Linda è rimasta in silenzio per molto tempo, ma dopo aver trovato la lettera ha sentito il bisogno di raccontare le cose terribili che ha dovuto provare sua figlia.

La storia di Cassidy ha commosso tantissime persone, speriamo che nessuno debba mai più sopportare ciò che ha vissuto questa giovanissima ragazza.

Condividi la sua storia con i tuoi amici, di modo che il desiderio di Cassidy si avveri e molte più persone possano trovare il coraggio di reagire di fronte a questi abusi.

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