Se i genitori non danno valore alla figura dell’insegnante, neanche i bambini lo faranno

Ognuno di noi, indipendentemente dall’età, ha sentito almeno una volta nella propria vita pronunciare, da una persona di una o più generazioni precedenti alla propria, la frase: “I giovani di oggi non hanno più rispetto“.

Pertanto, non si tratta di un fattore che colpisce solamente il mondo attuale. Tuttavia, insegnanti, educatori, psicologi e sociologi avvisano che il modo in cui i più giovani interagiscono con l’autorità in generale è diventato molto più flessibile rispetto ad un tempo nemmeno troppo lontano.

Un fatto che ha visto coinvolto il presidente francese ha confermato questa tesi che annuncia un vero e proprio cambiamento sociale. Durante la cerimonia dell'”Appello del 18 giugno” che si è tenuta nel 2018 in Francia, Emmanuel Macron ha ripreso un ragazzino che si è rivolto a lui dicendogli: “Come va Manu?“. Il politico non ha per niente apprezzato questo atteggiamento e lo ha rimproverato dicendogli: “Sei qui in una cerimonia ufficiale e ti comporti bene. Puoi fare l’imbecille ma oggi c’è la Marsigliese e il Canto dei partigiani e tu mi chiami signor presidente della Repubblica“.

Secondo gli esperti, la cosa preoccupante non è il fatto di rivolgersi ad una persona dandole del tu, ma la mancanza di rispetto verso l’autorità in generale, la quale risulta essere molto più evidente all’interno delle scuole.

Utilizzare il ‘tu’ al posto del ‘lei’, è un fattore superfluo, la cosa basilare è che ci sia rispetto e, purtroppo, sembra che si stia perdendo“, afferma Valentín Martínez-Otero, dottore in psicologia e pedagogia e professore alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Complutense di Madrid.

In passato entrava l’insegnante e i bambini si alzavano in piedi. Che si alzino o meno non fa differenza, è il rispetto che deve essere reale e questo in classe lo si dimostra in molti altri modi“, osserva Rafael Jacinto, un insegnante di tecnologia.

Tuttavia, gli insegnanti devono evitare la mancanza di rispetto, ricordando che autorità non significa autoritarismo. Al giorno d’oggi, bisognerebbe mantenere un’orizzontalità tra studenti e insegnanti, ma anche una sorta di asimmetria tra i ruoli, perché sia sempre chiaro che uno è lo studente e l’altro è l’insegnante.

Secondo questi docenti, l’unico modo per mantenere il rispetto reciproco è quello di evitare che il rapporto sia troppo confidenziale, poiché questa realzione potrebbe avere come conseguenza la mancanza di considerazione verso la figura del professore.

Secondo Jorge Mateu, un insegnante della scuola primaria: “La società di oggi è diventata molto più ‘permissiva’. Uno studente può insultare un insegnante e non accade nulla, mentre se un docente si permette di dire qualcosa le conseguenze possono essere enormi. C’è un’iperprotezione nei confronti degli alunni che non esiste per gli insegnanti“. Molti docenti, infatti, affermano di dover convivere con delle situazioni al limite del bullismo nei propri confronti.

La violenza non implica solamente l’aggressione fisica, anche il fatto di essere ignorati, disprezzati e di non essere presi in considerazione fa parte di quegli abusi a bassa intensità che possono risultare molto dannosi.

Se i più giovani non rispettano l’autorità, o se la vedono come un qualcosa di antiquato, tendono ad ignorare gli insegnamenti che ricevono a scuola ed a volgere lo sguardo verso quello che imparano in casa.

Rafael Jacinto racconta che: “Nella mia vita ho sentito solo una volta mio padre parlare male di un insegnante. Ora, gli insegnanti vengono criticati in ogni gruppo di genitori. Se i genitori non apprezzano la figura dell’insegnante, neanche i bambini lo faranno“.

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Chiaramente, l’autorità non viene ignorata da tutti gli studenti. Ma cosa potrebbe esserci dietro a quei giovani che non la riconoscono? Di fatto, si tratta di un significativo disorientamento nei valori che comprende tutte le figure autorevoli, dal medico, al poliziotto, all’insegnante, ma in questo caso la colpa non è dei ragazzi, ma della società.

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