Un giovane senzatetto non aveva da mangiare, ma amava studiare: adesso la sua vita è cambiata per sempre

Ci sono storie che meriterebbero più attenzione di altre. Soprattutto perché possono rappresentare l’estremizzazione positiva dei concetti che si vogliono inculcare ai nostri figli. La morale di questa vicenda, infatti, è abbastanza chiara e racconta, meglio di qualsiasi altra storia, come impegnarsi a fondo in qualcosa, qualunque essa sia, può portare a risultati insperati.

Per capire bene quanto straordinaria sia la sua storia bisogna partire dall’adolescenza di Richard Jenkins che oggi ha 18 anni. In classe era il tipico bambino più studioso della media, quello che alzava più spesso di altri la mano spinto dalla curiosità o dalla voglia di provare a manifestare ciò che aveva appreso dallo studio.

I compagni, per deriderlo, lo chiamavano Harvard. Era il loro modo di provare a bullizzare un coetaneo che aveva l’unico torto di avere più voglia degli altri di conoscere il mondo.

Raccontare di un ragazzo che viene ammesso ad Harvard costituisce di per se un evento straordinario, tenuto conto che si tratta di un istituto che raccoglie solo eccellenze e che risulta aperto a pochi eletti.

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Lui costruirà  lì il suo futuro con una prospettiva ben diversa da quella che sembrava avere in gioventù. La sua storia racconta di tantissime difficoltà economiche nella fanciullezza. Però ogni problema, stando al suo racconto, è stata una leva motivazionale in più per raggiungere il prestigioso traguardo raggiunto. Dato ulteriormente avvalorato dal fatto che ad Harvard ci è entrato con una borsa di studio che copre tutte le spese di vitto e alloggio, per via delle sue spiccate capacità.

Quando era piccolo la sua famiglia perse la casa per ragioni economiche e per svariati motivi furono spesso costretti a cambiare città. Tennessee, Florida, Philadelphia furono solo alcune delle tappe che fecero, molto spesso andando a risiedere in alloggi di fortuna riservati ai senzatetto.

Era proprio in quegli ambienti che Richard iniziò ad avere contezza che poteva uscire da quella situazione soltanto andando all’università e creandosi una nuova posizione sociale.

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“Questo è ciò che mi ha fatto capire che avevo bisogno di inseguire qualcosa”, ha detto alla CNN.

Fare i compiti, per lui, era una cosa normale. Nulla che lo mettesse in difficoltà o lo facesse sentire troppo impegnato, tant’è che studiava anche altro per dare sfogo alla sua innata curiosità.

Gli ottimi voti erano quasi una logica conseguenza. Quello delle ammissioni ai college americani resta sempre una delle grandi incognite per i giovani, a maggior ragione per un ragazzo che aveva necessità di trovare qualcosa che potesse permettersi.

Non credeva ai suoi occhi quando lesse la mail in cui Harvard gli dava il benvenuto. Studia informatica ed ha una grande passione per l’intelligenza artificiale, la nuova frontiera della tecnologia.

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La storia di Richard ha avuto naturalmente grande riscontro mediatico e, in occasione di una delle sue interviste, ha voluto dare un consiglio ai giovani: “Ci saranno dei momenti in cui si avrà l’impressione di andare fuori strada e si penserà di non voler continuare, ma quello sarà il momento in cui bisognerà andare avanto per inseguire i propri progetti”.

Cosa ne pensi della storia di questo giovane tanto determinato? Lasciaci un commento e non dimenticare di condividere con i tuoi amici. Seguici per altre curiosità sulla pagina Facebook Curiosando si impara.

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