L’elefante viene cavalcato per l’ultima volta tra i templi di Angkor. Finalmente questa pratica è stata vietata

In Cambogia è stato proibito ai turisti di cavalcare gli elefanti all’interno di uno dei siti archeologici più importanti del Sud-est asiatico: Angkor. L’area del parco, che si trova al nord di Siem Reap, si estende per 400 mila chilometri quadrati ed è patrimonio dell’UNESCO. È famoso per i suoi templi construiti tra il IX e il XV secolo e per i 14 elefanti, messi a disposizione per il divertimento di milioni di turisti che provengono da tutto il mondo.

Questo è il motivo per cui l parco è stato oggetto di critiche da parte degli attivisti, i quali difendono i diritti degli animali costretti a lavorare e vittime di maltrattamenti provocati dall’uomo. In particolare, gli elefanti del parco in Cambogia sono malsani, anziani e costretti a intrattenere il pubblico con spettacoli vari.

Tuttavia, grazie all’impegno e alla tenacia degli attivisti, all’inizio di quest’anno è stata annunciata la nozione di divieto per limitare la cavalcata degli elefanti. Inoltre, come riporta lo Straits Times, un funzionario ha sancito l’entrata in vigore della legge che è prevista per il 15 novembre del prossimo anno.

Long Kosal, portavoce di Apsara, che gestisce il parco, ha ammesso che alcuni degli animali sono “già molto anziani” e che “usare gli elefanti per affari non è più appropriato“.

Per questo motivo, fortunatamente, la compagnia che si occupa della cura degli elefanti ha già provveduto a trasferire questi splendidi esemplari dal parco alla foresta, la quale si trova a circa 40 chilometri dalla comunità.

Ponendo l’attenzione sui 14 elefanti vittime di maltrattamenti, soltanto 5 di loro hanno ottenuto la libertà, mentre gli altri verranno traferiti nei prossimi mesi.

Gli attivisti sperano che tutti gli elefanti dell’area possano essere liberati entro il 2020. 

Tuttavia, l’entrata in vigore della legge è giunta troppo tardi, poiché alcuni anni fa, un elefante, durante un tour tra i templi, si è accasciato ed è morto. Tuttavia, come riporta l’Independent, a quel tempo, un veterinario ha dimostrato che, in verità, l’animale è morto per le temperature alte e per la mancanza di vento, che lo avrebbe aiutato a raffreddare la sua temperatura corporea. Tuttavia, a causa dei continui decessi di questi poveri animali è stata avanzata una petizione a loro favore, la quale ha raggiunto oltre 14000 firme.

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