Una donna ha abbandonato il suo bambino a casa del proprio fidanzato e lui ha deciso di crescerlo come se fosse suo dandogli tutto l’amore che merita

La famiglia è molto più di un semplice legame di sangue. È un legame profondo basato sull’amore, la cura e la dedizione reciproca. Non importa se due persone non condividono lo stesso DNA, perché ci sono numerosi esempi in cui degli individui senza parentela biologica diventano una famiglia unita. Gli esempi più evidenti si trovano tra genitori adottivi e figli. Questi genitori scelgono di amare e accogliere un bambino nella loro vita come se fosse il proprio, offrendo affetto incondizionato, supporto e una casa amorevole. Attraverso l’amore e la dedizione, si creano legami duraturi e significativi, dimostrando che il sangue non è l’unico fattore che definisce una famiglia. La vera famiglia è quella che si forma attraverso l’amore e il cuore.

La storia di questo papà è iniziata ben 25 anni fa, quando, di punto in bianco, si è ritrovato a prendersi cura in tutto e per tutto di quello che ha poi scoperto non essere nemmeno il proprio figlio biologico. Tuttavia, come ben sappiamo, l’amore non conosce ostacoli e confini e, in pochissimo tempo, quel dolce bambino è diventato la sua unica ragione di vita.

Facebook/Moises Costa

Moisés Costa ha 52 anni e vive da sempre nella città di Goiânia, in Brasile. Anni fa, conobbe una ragazza che viveva in una zona rurale, i due si frequentarono per qualche mese, poi, improvvisamente, lei lo informò per telefono di essere incinta di cinque mesi di suo figlio e, in seguito, sparì completamente. Un giorno, la ragazza si presentò alla porta di Moisés con un bimbo di due mesi tra le braccia, gli disse che si trattava del proprio figlio, glielo lasciò dicendo che sarebbe andata a fare delle spese e che sarebbe tornata a riprenderlo, tuttavia, non mantenne la parola data e scomparve di nuovo dalla vita dell’uomo e, questa volta, anche da quella del piccolo Davyd.

Il neopapà iniziò a prendersi cura del neonato con l’aiuto della popria madre e, sebbene adorasse quella creatura indifesa, in cuor suo sapeva che non si trattava del proprio figlio, per questo, decise di fare un test del DNA, il quale confermò i suoi sospetti. Nonostante questo dettaglio, decise comunque di prendersi cura di quello che oramai considerava come proprio figlio a tutti gli effetti.

Poco tempo dopo, Davyd iniziò a sentirsi male e quando lo portarono all’ospedale, dopo varie analisi, gli venne diagnosticata una paralisi cerebrale, epilessia e atrofia permanente degli arti; patologie che lo hanno reso incapace di parlare e per cui richiede una supervisione costante. Durante un’intervista Moisés ha affermato che: “È mio figlio nel cuore. Sebbene sui documenti risultiamo come due fratelli, lui è mio figlio e il mio migliore amico, e farò del mio meglio per prendermi cura di lui fino a quando sarò in vita“.

Facebook/Moises Costa

Infatti, a quel tempo, a causa delle numerose convulsioni e degli svenimenti, il bimbo aveva bisogno di cure mediche urgenti, ma per ottenerle era necessaria la registrazione civile, per questo, la madre di Moisés e il suo patrigno fecero al più presto i documenti necessari affinché i medici potessero intervenire per salvargli la vita.

Moisés ha affermato che: “Davyd è l’amore della mia vita, non lo darò mai a nessuno. Ma abbiamo bisogno di aiuto, le cose non sono facili. Lavoro su turni, quindi sto con lui in ogni momento libero. Mia madre ora ha 72 anni e dei problemi di salute, per questo non riesce più a sollevarlo. Quello di cui abbiamo bisogno è un aiuto per dividere le responsabilità. Se io e mia madre dovessimo mancare, Davyd sarebbe solo al mondo. Non voglio che me lo portino via, continueremo a prenderci cura di lui, ma voglio essere sicuro di sapere che se non ci saremo più qualcun altro potrà prendersi cura di lui”.

Per questo motivo, di recente, l’amorevole papà ha avviato un’indagine con il dipartimento di polizia specializzato nell’assistenza agli anziani (Deai), della sua città, per scoprire dove si trova il padre biologico del ragazzo, poiché, sua madre, oltre ad essere tornata a trovarlo solamente alcune volte, a quanto pare si trova in Europa e per il momento non sembra avere la possibilità di rientrare nel proprio paese o di aiutare economicamente il figlio.

Le spese per la gestione del ragazzo sono davvero alte per questa famiglia, poiché devono far fronte ad assicurazione sanitaria, all’acquisto di pannolini, medicine, e ai costi del carburante per portarlo alle varie visite di cui ha periodicamente bisogno. Dopo che la stua storia è stata raccontata pubblicamente, sono molte le persone che si sono date da fare per dare una mano all’uomo e a sua madre e da alcuni giorni è stata aperta una raccolta fondi che ha lo scopo di raccogliere il denaro sufficiente perché l’anziana possa avere un aiuto in casa quando non è presente il proprio figlio.

La bontà e la generosità di queste persone ci mostrano ancora una volta che non c’è bisogno di legami di sangue per unire le famiglie, ma è sufficiente l’amore per creare dei rapporti ancora più profondi.

Puoi seguire questa bella famiglia su Facebook Moises Costa e su Instagram Moises Costa.

Scorri verso il basso per altri interessanti articoli.

Cosa ne pensi della storia di quest’uomo e della sua famiglia? Condividi il contenuto e seguici per altre notizie, storie e curiosità su Curiosando si impara.

Libri consigliati sull’argomento

Genitori si diventa. Riflessioni, esperienze, percorsi per il cammino adottivo di AA. VV.

Questo testo è una guida preziosa per i genitori adottivi, offrendo supporto durante l’attesa e l’arrivo dei figli adottivi. È stata creata un’edizione aggiornata per riflettere i cambiamenti nell’ambito dell’adozione e per aiutare a vivere pienamente questa esperienza di vita straordinaria. Fornisce consigli su come trovare le parole e i gesti appropriati per accogliere pienamente i bambini che entrano a far parte delle famiglie adottive. Lo puoi trovare su Amazon qui https://amzn.to/41RjUQz

Il cammino dell’adozione di Anna Oliverio Ferraris

L’adozione non dovrebbe essere guardata con diffidenza come un’esperienza strana, né considerata come una soluzione facile per coloro che desiderano un figlio o cercano genitori. Anna Oliverio Ferraris respinge ogni semplificazione e nel suo libro ci suggerisce che l’adozione è un percorso che richiede passione, pazienza, rispetto e onestà. Ci aiuta a comprendere che le “diversità” che accompagnano questa avventura, come famiglie basate sulla scelta anziché sul legame di sangue, culture e colori diversi, identità nascoste nel passato e ferite che nessuno può rimarginare, non dovrebbero essere negate né enfatizzate, ma accettate per quello che sono, con la serenità di cui siamo capaci. Lo puoi trovare su Amazon qui https://amzn.to/3oexyQd

Ma io una famiglia ce l’avevo! Viaggio nella mente dei bambini adottati di Paola Terrile

Il libro si concentra sull’esperienza dei bambini adottati, rivolgendosi ai genitori, adottivi o meno, che devono affrontare la diversità dei loro figli e che, nonostante li amino, faticano a comprenderli. L’autrice, basandosi sulle storie raccolte nel suo lavoro di accompagnamento psicoterapeutico, riflette sugli aspetti comuni dell’essere adottati e ne mette in luce aspetti poco conosciuti. Si esplora la ricerca precoce dell’identità e delle radici, la sofferenza del distacco dal passato e il desiderio di unire le proprie origini. Attraverso i racconti sinceri dei bambini, vengono esplorate le loro esperienze e i loro sentimenti sulla loro nuova realtà e sugli altri affetti e mondi che li circondano. Si racconta anche della sfida impegnativa per i bambini e i genitori di costruire un senso di appartenenza reciproca, tenendo conto di tutto ciò che i bambini portano con sé. L’obiettivo del libro è avvicinarsi al mondo interiore dei bambini adottati, offrendo un contributo prezioso per i genitori, gli operatori e i lettori interessati all’universo dell’adozione. Lo puoi trovare su Amazon qui https://amzn.to/3WlJ9JF

FAQ

Chi è Davyd e qual è la relazione tra lui e Moisés Costa?
Davyd è un bambino con paralisi cerebrale, epilessia e atrofia permanente degli arti. Moisés Costa è diventato il suo genitore adottivo e si prende cura di lui come se fosse suo figlio.

Come è iniziata la storia di Moisés con Davyd?
Moisés ha conosciuto una ragazza che gli ha detto di essere incinta del suo figlio, ma poi è sparita. Successivamente, la ragazza è riapparsa con un neonato e lo ha lasciato a Moisés, dicendogli che sarebbe tornata a riprenderlo. Tuttavia, non è mai tornata, e Moisés ha scoperto tramite un test del DNA che il bambino non era suo figlio biologico.

Quali sono le sfide che Moisés e sua madre affrontano nell’occuparsi di Davyd?
Moisés e sua madre devono far fronte a spese elevate per le cure mediche di Davyd, tra cui assicurazione sanitaria, pannolini, medicine e costi del carburante per le visite mediche. Inoltre, Moisés lavora su turni, quindi ha bisogno di aiuto per prendersi cura di Davyd quando non è disponibile. La madre di Moisés ha anche problemi di salute e non è in grado di sollevare il bambino.

Adblock rilevato

Per continuare devi disattivare l'adblock in questo sito web.