Perché l’egoismo umano sta uccidendo migliaia di cuccioli di pinguino imperatore all’anno

Il riscaldamento globale causato dalla frenetica attività umana e le sue conseguenze stanno mettendo fine a dozzine di specie viventi. I pinguini imperatore stanno affrontando una crisi di riproduzione senza precendenti.

Il cambiamento climatico è un fatto scientifico dimostrato in un’infinità di ricerche e i suoi effetti sono sempre più devastanti per la vita, così come la conosciamo. In questa occasione, una delle specie che potrebbe scomparire improvvisamente, a causa dell’aumento della temperatura globale negli oceani e il conseguente scioglimento dei poli, è quella del pinguino imperatore. Si tratta di una tra le specie più note di questi uccelli endemici dell’Antartide.

La colonia presente nella baia di Halley, è il secondo insediamento di pinguini imperatore più grande del pianeta. Conta approssimativamente con una popolazione di 25 mila coppie e in questo momento si sta ritrovando ad affrontare una crisi riproduttiva che non ha precedenti. Questo sta accadendo perché, nel 2016, la piattaforma di ghiaccio sulla quale crescono i cuccioli si è rotta e ad oggi non è ancora riuscita a rigenerarsi, provocando l’annegamento di migliaia di piccoli pinguini imperatore.

La baia di Halley conta quasi il 9% della popolazione di questa specie in tutto il mondo; tuttavia, da circa tre anni, la piattaforma di ghiaccio non è abbastanza solida e la maggior parte dei cuccioli è caduta prematuramente in acqua, quando le piume non sono ancora sviluppate per permettere loro di resistere alle basse temperature e di muoversi agilmente sul fondale marino.

La ricerca che ha rivelato l’insuccesso riproduttivo di questa colonia è stata svolta dal British Antarctic Survey (BAS) che ha analizzato delle immagini satellitari ad alta risoluzione della baia di Halley e della piattaforma di ghiaccio Brunt, dove si era stabilita la colonia. I risultati hanno dimostrato come le dimensioni della colonia siano diminuite rispetto alle immagini comparative del 2015 e del 2018, le quali mostrano la diminuzione del guano dei pinguini nel corso degli anni:

“Sebbene le condizioni del ghiaccio della baia di Halley fossero rimaste costanti nei precedenti 60 anni, nel 2016, dopo un periodo anormalmente tempestoso, il ghiaccio marino si è rotto in ottobre, molto prima che qualsiasi cucciolo di pinguino imperatore potesse fuggire. Questo schema si è ripetuto nel 2017 e nel 2018 e ha portato alla morte della maggior parte dei cuccioli della zona”, afferma la dichiarazione ufficiale della British Antarctic Survey.

I pinguini imperatore sono una delle specie più conosciute di questi uccelli, possono raggiungere un’altezza di 125 cm e un peso di 40 kg. Si sono adattati alle basse temperature e il loro ciclo vitale è stato ampiamente documentato, è la unica specie di pinguino che si riproduce nel corso dell’inverno antartico.

Sebbene sia ancora presto per analizzare la correlazione tra lo scioglimento della piattaforma di Brunt e il cambiamento climatico, si tratta di un fallimento nella riproduzione di una specie che non ha precedenti:

“È impossibile dire se i cambiamenti delle condizioni del ghiaccio marino nella baia di Halley siano specificamente legati ai cambiamenti climatici, ma questa completa incapacità di riprodursi con successo è senza precedenti”, ha affermato il Dottor Phil Trathan, co-autore dello studio.

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