Il tappeto di torba viene utilizzano come materiale per la costruzione di edifici da migliaia di anni, si tratta di una tradizione che proviene dalle culture di tutto il nord Europa e delle regioni artiche.
In Islanda, queste abitazioni avvolte dal verde si fondono nel paesaggio naturale. La tradizione è apparsa per la prima volta con l’arrivo dei coloni norvegesi e britannici durante il periodo dal IX all’XI secolo, all’apice dell’età vichinga in Europa.
In queste terre, i coloni si ritrovarono in un ambiente molto diverso da quello a cui erano abituati, il legname era scarso e si rigenerava molto più lentamente. Per questo motivo, decisero di creare i propri rifugi utilizzando la torba che era molto resistente, rinnovabile e soprattutto disponibile.
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Il tappeto erboso viene letteralmente posato su una struttura di legno e forma parte delle pareti interne che mantengono la casa isolata dai climi rigidi del nord.
Con il passare del tempo, la vegetazione sottostante muore e viene ricoperta da nuove erbe, le quali donano alla struttuta più stabilità.
Dipendentemente dal clima e dall’umidità, questi manti erbosi possono essere sostituiti con una frequenza di 20 anni, ma in alcune regioni potrebbero arrivare a resistere fino a 70 anni.
A causa delle proprietà biodegradabili del manto erboso e delle variazioni climatiche che possono portare all’erosione, per via del vento e della pioggia, è difficile individuare le origini precise di questa tecnica.
Tuttavia, nel corso dei secoli si sono trovate prove di costruzioni simili in Norvegia, Scozia, Irlanda, Groenlandia, Isole Faroe e nelle grandi pianure degli Stati Uniti.
Fino alla fine del XIX secolo, il 50% delle abitazioni islandesi era parzialmente costituito da manti erbosi.
Agli inizi del 1900, l’Islanda ottenne l’indipendenza dalla Danimarca e un’ondata di nazionalismo minacciò la sopravvivenza delle Turf house, in molti sostenevano che la maggior parte degli edifici fossero costruiti con del “legname marcio danese” e venne fatta una campagna per poterle eliminare, questa venne successivamente criticata da molti come distruzione del patrimonio culturale.
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Il boom turistico della metà del 20° secolo ha incoraggiato questa nazione a rivalutare l’architettura tradizionale e, nel 2011, le Turf house sono state nominate Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
“La case in torba sono un eccezionale esempio di architettura vernacolare della tradizione che è sopravvissuta in Islanda. La forma e il design delle case in erba sono un’espressione dei valori culturali della società e si sono adattate ai cambiamenti sociali e tecnologici che hanno avuto luogo nel corso dei secoli“.
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