In Siberia continuano gli incendi, milioni di ettari di foresta sono ormai distrutti. L’area colpita è grande quanto la Grecia

Si continuano a ricevere cattive notizie dalla Siberia, dove Greenpeace Russia continua ad avvisare che gli incendi non si fermano, bensì continuano a diffondersi maggiormente nonostante l’impegno dell’aeronautica russa. Davvero le conseguenze appaiono drammatiche.

Stando agli ultimi aggiornamenti di martedi 6 Agosto, 4,5 milioni di ettari sono stati colpiti dall’incendio.

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Nella taiga, ogni anno si verificano diversi incendi, ma, attualmente, la situazione è spaventosa e in passato non era mai successo nulla di simile. Ad un ulteriore peggioramento della situazione, contribuiscono anche le condizioni meteo, per questo si pensa che le fiamme continueranno a fare danni anche per le prossime settimane.

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Nonostante le parole di Alexander Uss, governatore di Krasnoyarsk, il quale sostiene che nella sua regione si è verificata una svolta radicale nella lotta contro gli incendi, i boschi della Siberia continuano a bruciare. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che, grazie alle forze aeree, è riuscito a risolvere la situazione su circa 753000 ettari di boschi, dopo 4 giorni interi di lavoro.

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Gli studiosi ambientali continuano a sostenere che quanto sta accadendo sia una vera e propria catastrofe ecologica, per mezzo della quale flora e fauna stanno subendo molte perdite e gravi danni. Inoltre, affermano che anche il livello delle acque sotterranee si sta riducendo con il rischio che si possa verificare una carenza di acqua dolce.

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L’esperto di incendi di Greenpeace Russia, Anton Beneslavsky, ha dichiarato in un’intervista ad Euronews che: “Le fiamme sono troppo estese e gli incendi, a questo punto, sono davvero difficili da gestire. È bruciata un’area grande come la Grecia“.

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Anche la NASA ha deciso di pronunciarsi e ha pubblicato diverse foto in cui viene mostrato come il fuoco e il fumo si siano diffusi in numerose aree.

Il portavoce di Greenpeace sostiene inoltre che tale situazione potrebbe rappresentare un vero e proprio pericolo anche per le popolazioni locali, poiché le fiamme potrebbero estendersi fino alle aree abitate. A questo si aggiungono anche i problemi causati dal fumo alla salute delle persone.

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Ciò nonostante, non si sa come l’agenzia forestale federale russa, la settimana scorsa, abbia dichiarato che “gli incendi non rappresentano un pericolo né per gli insediamenti umani, né per le strutture economiche“.

Questa constatazione ha scatenato l’ira delle popolazioni locali, le quali hanno risposto sostenendo che, ogni giorno, cercano di combattere contro il fumo che invade le città e i territori circostanti.

Anche sui social network sono moltissime le foto che mostrano la scarsa visibilità e le difficoltà a respirare vista la presenza costante del fumo. Di fatto, è stata firmata una petizione da più di 1 milione di persone con lo scopo di ottenere lo stato di emergenza in tutta la Siberia e di aumentare il numero di interventi per placare gli incendi.

Attualmente, solo in cinque regioni è stato dichiarato lo stato di emergenza.

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La rabbia da parte di tutti risiede nel fatto che oltre il 90% degli incendi riguarda le zone di controllo, ovvero quei luoghi in cui la legge non considera lo spegnimento delle fiamme come un fattore prioritario. Tuttavia, se la situazione fosse stata placata fin da subito, forse la quantità di fiamme avrebbe evitato le grandi emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Il problema purtroppo non è grave solo in Siberia, ma lo è per l’intero pianeta che sta iniziando a subire le conseguenze di ciò che accadendo in queste regioni.

Ad oggi, sono state emesse nell’atmosfera oltre 166 milioni di tonnellate di anidride carbonica che equivalgono alle quantità emesse in un anno da 36 milioni di automobili.

La salute dell’intero pianeta è ormai a rischio: le particelle di carbone nero rischiano di depositarsi sul ghiaccio dell’Artico, facilitando così l’assorbimento del calore e contribuendo dunque al peggioramento del riscaldamento globale.

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