Molto spesso diciamo di essere stanchi, ma la verità è che siamo tristi

Ci sono giorni in cui ci sentiamo stanchi senza però conoscere il motivo e, molto spesso, tutta questa stanchezza è in realtà un sentimento di tristezza che ci invade.

Quando incontriamo delle persone per strada che ci chiedono cosa c’è che non va, spesso rispondiamo che siamo solamente stanchi. Tuttavia, dietro quella apparente stanchezza fisica e mentale si cela la tristezza. Di fatto, si tratta di un meccanismo che si installa automaticamente nel nostro cervello e nel nostro cuore, in grado di indurci ad atteggiamenti di apatia e raccoglimento in noi stessi.

Come sostiene un vecchio detto: “la vita non è tutta rose e fiori“, infatti, ognuno di noi, prima o poi, si ritrova a fare i conti con questo sentimento, il quale spesso viene considerato come un qualcosa di sbagliato o patologico. Anche se volessimo difenderci dalla tristezza, in realtà, senza capire la sua fonte e la sua forma è difficile che possa abbandonarci.

Nello specifico, esistono due sentimenti che spesso vengono scambiati tra loro: la depressione e la tristezza. Ad esempio, quest’ultima, scambiata per stanchezza, ci induce a recarci da un medico per capire se si tratta di un problema patologico.

Tuttavia, quando i risultati delle analisi non riscontrano particolari squilibri a livello ormonale, nessuna carenza di ferro o qualsiasi altra patologia di origine organica, molto probabilmente, il medico affermerà che si tratta di semplici malesseri dovuti al cambio di stagione.

È importante, a questo punto della riflessione, comprendere i meccanismi del nostro cervello legati all’ambito delle emozioni. Se da un lato, la gioia suscita iperattività nelle cellule e nelle diverse aree cerebrali, tanto da indurci a vedere le situazioni con uno sguardo propositivo, al contrario, il sentimento della tristezza provoca in noi reazioni molto più moderate.

Una delle zone del cervello responsabili della stanchezza fisica è l’amigdala. Tuttavia, soltanto ad una parte di essa è possibile dare la colpa per i sintomi di spossatezza.

Dall’altra parte, invece, opera la tristezza, la quale indirettamente invia segnali al cervello che ci fanno capire che è il momento di fermarci e di riflettere sul nostro percorso di vita. Inoltre, non è possibile trattare questa condizione come un vero e proprio indebolimento fisico, in quanto non si può risolvere con una semplice assunzione di integratori alimentari.

Infatti, bisognerebbe giungere al cuore del problema, scavando in noi stessi e trovando la soluzione più adatta alle nostre esigenze emotive. Attenzione però, guai a chi non prende sul serio questo fenomeno: la semplice tristezza potrebbe trasformarsi in una piccola palla di neve, la quale rotolando potrebbe ingigantirsi, diventando un vero e proprio problema.

In conclusione, questo sentimento negativo potrebbe essere tradotto come una piccola voce interiore da ascoltare e comprendere, poiché essa fa parte del bagaglio emotivo di ogni essere umano.

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