‘Nessun’estate potrà mai più essere bella ed eccezionale come quelle degli anni ’90…’

A scrivere questa lettera è Jorrie Varney, blogger di Scary Mommy. Nella vita lei è un’infermiera e madre di due bambini.

Quando ero una bambina , avevo giurato  – esordisce Jorrie – che non avrei mai avuto nostalgia dei giorni della mia giovinezza, come facevano ad esempio i miei genitori”.

La digressione sul passato della donna pone la lente d’ingrandimento sul fatto che, una volta, i bambini fossero più liberi di quanto non lo siano adesso, iper-controllati da genitori apprensivi come lei.

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“Non era perché i nostri genitori fossero negligenti; era solo una fase storica diversa. Ci piaceva quella  specie di libertà che oggi non esiste più. Passavamo ore a giocare fuori e non  tornavamo a casa finché non si accendevano le luci della strada. Nessuno si preoccupava quando non eravamo rintracciabili, perchè con buona probabilità quello era il momento in cui stavamo mangiando un gelato a casa del vicino”.

Si, perché dentro le mura domestiche non ci voleva stare nessun bambino. I programmi televisivi non potevano certo garantire la stessa vastità di scelta data dalle “pay per view”  o qualsivoglia servizio di streaming on demand.

“Quando non  facevamo lunghe passeggiate in giro o giocavamo a palla nel cortile sul retro, potevano trovarci nella piscina più vicina. Nuotavamo per ore, fino a quando le nostre dita si trasformavano in prugne e gli occhi bruciavano per effetto del cloro. Abbiamo adorato il sole, perché non riuscivamo a trovare qualcosa che potesse essere meglio. Al mare ci andavamo con una una bottiglia di olio per bambini, la rivista Cosmopolitan accanto al nostro telo e ascoltavamo la musica con le cassette. Sì, abbiamo ascoltato Waterfalls di TLC in ripetizione. Chi non l’ha fatto all’epoca?”.

“Non avevamo la preoccupazione costante di perdere il cellulare, perché i telefoni cellulari non erano una cosa per bambini. Quando i nostri amici volevano contattarci, ci chiamavano al telefono di casa e trascinavamo il cavo a spirale per tutto il corridoio, lontano dalla v miista dei nostri genitori affinché non potessero ascoltarci.. Se qualcuno non era a casa, si lasciava qualcosa detto alle mamme o ai papà”, continua Jorrie.

“Abbiamo mangiato tanto cibo spazzatura. Registravamo i programmi di MTV e restavamo alzati fino a tardi a guardare film che i nostri genitori ci avevano vietato. Non c’era niente di meglio del 4 luglio. Con i risparmi delle nostre paghette acquistavamo i fuochi d’artificio e li accendevamo uno alla volta per far sì che il divertimento durasse il più a lungo possibile. E la cosa migliore di tutto questo? Non c’era internet o social che potessero distrarci. Non c’erano strumenti che immortalassero le nostre malefatte, né una videocamera e né tanto meno uno smartphone, eravamo selvaggi e spensierati al massimo, ma non c’era  nessuna prova video che potesse testimoniarlo. Ci sarebbero sempre state voci e storie, raccontate da un amico ad un amico o da un genitore a un genitore, ma eravamo gli unici a sapere cosa realmente fosse accaduto. Abbiamo vissuto l’estate in un modo che non sarà più possibile fare”.

Forse, oggi viviamo in un mondo in cui da genitori sappiamo di più di ciò che fanno i figli. Siamo stati però tra gli ultimi a sperimentare la vera libertà dell’estate, prima che la tecnologia prendesse il sopravvento e il mondo diventasse un po’ più complicato”.

Cosa ne pensi della riflessione di questa mamma? Quali sono i tuoi migliori ricordi di quelle estati?Lasciaci un commento e salva il contenuto sulla tua bacheca di modo che anche i tuoi amici possano condividere con te le loro esperienze. Seguici per tante altre curiosità sulla pagina Curiosando si impara.

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