La partita di calcio viene sospesa ed il portiere dimenticato per più di 20 minuti

La storia che racconteremo ha avuto luogo in Inghilterra. Era il 25 dicembre del 1937 e come da tradizione le partite di campionato si giocano sempre nella giornata natalizia. Il motivo per il quale questa vicenda è stata ricordata non è dato da un match di alta classifica o da un risultato pazzesco; ciò che rimase impresso di quella partita è stato qualcosa di assolutamente insolito e bizzarro.

Il derby di Natale: Chelsea contro Charlton e l’incredibile epilogo

Quel giorno si giocò il derby di Natale tra il Chelsea ed il Charlton: il match datato nel pomeriggio della giornata di natale iniziò regolarmente ma poi fu scandito da una nebbia molto fitta che rese difficile sin dai primi minuti del secondo tempo il normale svolgimento della partita; il match proseguì a stento per altri 10 minuti ma dato che era praticamente impossibile vedere i giocatori (e la palla da gioco), l’arbitro prese la sacrosanta decisione di sospendere la partita e di rinviarla a data prossima.

Come da regolamento l’arbitro fermò il gioco tramite triplice fischio ed invitò i giocatori a rientrare negli spogliatoi; rientrarono tutti i giocatori delle 2 squadre, tutti eccetto uno, il portiere del Charlton Sam Bartram che non sentendo il fischio (e non potendo vedere i giocatori rientrare per colpa della nebbia) non si era accorto che la partita era già stata sospesa, egli rimase a difendere la sua porta per altri 20 minuti, sebbene non ci fossero più i giocatori avversari che la minacciavano.

Dopo più di 20 minuti dalla fine della partita cominciò a vedere la sagoma di una persona e non sapendo se era un compagno o un avversario si mise in posizione per difendere la porta del Charlton. Ciò che vide dopo lo sorprese molto poiché si accorse che la persona che si stava avvicinando non era un giocatore, bensì un poliziotto che stava cercando di scortare l’ignaro portiere negli spogliatoi.

Bartram, una volta capita la situazione si imbarazzò molto e corse il più veloce possibile verso gli spogliatoi dove trovò i suoi compagni già lavati e cambiati che si facevano una grossa risata, accogliendolo con applausi ironici.

La giornata rimase impressa  nella memoria del portiere per tutta la vita, tanto è vero che lo scrisse anche nella sua biografia qualche anno dopo.

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