Come si forma l’arcobaleno e quali sono i suoi colori: curiosità e spiegazioni scientifiche

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Il magico spettacolo dell’arcobaleno: una meraviglia scientifica

L’arcobaleno è uno dei fenomeni naturali più affascinanti e incantevoli che possiamo osservare. Quella curva colorata che spunta nel cielo dopo la pioggia ha sempre ispirato miti, leggende e domande scientifiche. Ma cosa accade davvero quando lo osserviamo? Scopriamolo insieme!

La fisica dietro la magia: come si forma l’arcobaleno

La formazione dell’arcobaleno è un esempio perfetto di come la natura trasformi le leggi fisiche in spettacoli straordinari. Quando la luce solare, che ai nostri occhi appare bianca, attraversa le gocce d’acqua sospese nell’aria dopo un temporale, si susseguono diversi fenomeni ottici:

  1. Rifrazione: la luce, passando dall’aria all’acqua, cambia velocità e direzione, piegandosi all’interno della goccia;
  2. Riflessione interna: la luce rimbalza sulla superficie interna della goccia;
  3. Dispersione: durante il percorso, la luce bianca si scompone nelle varie lunghezze d’onda, dando vita ai colori;
  4. Seconda rifrazione: uscendo dalla goccia, la luce viene ulteriormente rifratta.

Ogni goccia d’acqua agisce come un piccolo prisma naturale. L’arcobaleno che osserviamo nasce dal contributo di milioni di gocce che rifrangono e disperdono i colori verso i nostri occhi. Per questo motivo, il suo arco appare sempre nella direzione opposta al sole, con l’osservatore posizionato tra il sole e le gocce d’acqua.

I sette colori dell’arcobaleno: un viaggio attraverso lo spettro

Tradizionalmente, identifichiamo sette colori nell’arcobaleno, ordinati dal bordo esterno a quello interno:

  • Rosso: lunghezza d’onda circa 780-620 nm
  • Arancione: circa 620-585 nm
  • Giallo: circa 585-575 nm
  • Verde: circa 575-500 nm
  • Blu: circa 500-450 nm
  • Indaco: circa 450-425 nm
  • Violetto: circa 425-380 nm

Un modo semplice per ricordare l’ordine è tramite l’acronimo ROYGBIV (Rosso, Arancione, Giallo, Verde, Blu, Indaco, Violetto). Curiosamente, fu Isaac Newton a stabilire questa suddivisione, ispirandosi alle sette note musicali e alle idee del suo tempo. In realtà, l’arcobaleno rappresenta uno spettro continuo, con sfumature che si fondono gradualmente l’una nell’altra.

Curiosità sorprendenti che non tutti conoscono

L’arcobaleno nasconde molti segreti che lo rendono ancora più affascinante:

Arcobaleno secondario

Talvolta si può osservare un secondo arcobaleno, più debole e posizionato più in alto rispetto al principale. In questo caso, i colori appaiono in ordine inverso, dal violetto al rosso, perché la luce subisce una doppia riflessione all’interno delle gocce. Lo spazio tra i due archi, noto come “banda oscura di Alexander”, è caratterizzato da un cielo più scuro.

Arcobaleni circolari

Da terra vediamo solo un semicerchio, poiché l’orizzonte limita la visione; tuttavia, in alta quota gli arcobaleni si presentano come cerchi completi. Piloti e alpinisti hanno talvolta la fortuna di ammirare questi splendidi cerchi, formati ad un angolo di 42° dal punto opposto al sole.

Arcobaleni lunari

Molto più rari sono gli arcobaleni lunari, o notturni, che si formano quando la luce della luna piena attraversa le gocce d’acqua. A causa della debole intensità luminosa, appaiono in tonalità bianco-argentee.

Arcobaleni doppi, tripli e supernumerari

In condizioni atmosferiche particolari, è possibile osservare arcobaleni multipli, con esempi doppi, tripli o addirittura quadrupli. Gli arcobaleni supernumerari sono sottili bande colorate che si formano all’interno dell’arco principale a causa delle interferenze della luce.

Nessuno può raggiungere la fine dell’arcobaleno, poiché essa si sposta con l’osservatore: cambiando posizione, anche il punto in cui appare l’arcobaleno si modifica, essendo un fenomeno ottico legato all’angolo di vista.

Fenomeni simili e varianti dell’arcobaleno

Oltre al classico arcobaleno, esistono altri fenomeni altrettanto affascinanti:

  • Arcobaleni di fuoco: si creano quando la luce solare viene rifratta dai cristalli di ghiaccio presenti nelle nubi alte;
  • Arcobaleni di nebbia: visibili nei momenti in cui la nebbia è fitta e il sole è alle spalle;
  • Gloria: anelli colorati che si formano attorno all’ombra dell’osservatore proiettata sulle nuvole;
  • Archi circumzenitali: splendidi archi elevati nel cielo, dovuti alla rifrazione della luce solare attraverso cristalli di ghiaccio.

L’arcobaleno nella cultura umana

Il significato dell’arcobaleno è profondo in molte tradizioni. Nella mitologia norrena, il Bifröst era il ponte che collegava la Terra al regno degli dei; nel folklore irlandese si narra che alla fine dell’arcobaleno si trovi un pentolone d’oro custodito da un leprecauno; nella Bibbia, invece, esso simboleggia l’alleanza tra Dio e la Terra dopo il diluvio universale.

Oggi l’arcobaleno è un simbolo globale di pace, diversità e inclusione, dimostrando come un fenomeno fisico possa avere un profondo impatto culturale e sociale.

Un fenomeno che non smette di stupire

La prossima volta che vedrete un arcobaleno dopo un temporale, fermatevi a contemplarlo. Sapere che state osservando un complesso gioco di rifrazione, riflessione e dispersione della luce che passa attraverso milioni di minuscole gocce d’acqua rende ancora più magica questa meraviglia naturale. Che la scienza possa spiegarne i segreti non ne toglie l’incanto, anzi: conoscere i meccanismi alla base di questa bellezza aumenta il nostro stupore per le leggi che governano il mondo.

Ricordate: ogni arcobaleno è unico e personale, poiché le stesse gocce d’acqua trasmettono colori diversi a seconda dell’angolo di osservazione, rendendo l’esperienza irripetibile.

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