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Pesci volanti e ali elettriche il segreto dell’energia che li fa volare sopra l’oceano

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Immagina di trovarti in mezzo all’oceano, quando all’improvviso, dal blu profondo, appare un piccolo pesce che sembra volare. Non ha ali piumate come un uccello, ma pinne pettorali lunghe e brillanti che paiono sottili ali d’argento sospese nell’aria. È il pesce volante. Ma c’è qualcosa di ancora più affascinante del suo aspetto: il segreto dell’impulso istantaneo che gli permette di balzare fuori dall’acqua e planare per decine di metri sopra le onde.

I pesci volanti, della famiglia Exocoetidae, popolano le acque calde degli oceani, soprattutto nelle fasce tropicali e subtropicali. La loro caratteristica più sorprendente non è solo la forma delle pinne, ma anche la loro potenza muscolare, concentrata soprattutto nella coda. Questa muscolatura può contrarsi a velocità eccezionali, generando uno slancio potentissimo in una frazione di secondo.

Quando un pesce volante avverte la presenza di un predatore – come un tonno, un pesce spada o un delfino – scatena una vera scarica di energia. Con rapidi colpi di coda, a frequenze elevatissime, produce una spinta che funziona come l’accensione improvvisa di un motore a piena potenza. Questo “lampo energetico” lo catapulta in superficie e poi oltre, verso l’aria aperta.

È qui che entrano in gioco le sue straordinarie pinne-ali. La loro forma, affinata dall’evoluzione in milioni di anni, è perfetta per generare portanza. Non si tratta di un volo vero e proprio, come quello degli uccelli, ma di un planare controllato. Grazie alla velocità acquisita durante il salto e alla particolare conformazione delle pinne, i pesci volanti possono percorrere anche 50 metri sopra la superficie marina. In condizioni ideali, con vento favorevole e onde lunghe, sono stati osservati compiere voli fino a 200 metri.

Dal punto di vista energetico, questo comportamento è possibile per via di un metabolismo rapido e di un sistema muscolare in grado di trasformare in un istante l’energia chimica, sotto forma di ATP, in potenza meccanica. È come scaricare tutta la carica di una batteria in un unico, rapidissimo scatto: un autentico balzo verso la salvezza.

Un aspetto ancora più curioso è la loro capacità di dare nuova spinta mentre sono già in volo radente. Quando sfiorano di nuovo la superficie, possono colpire l’acqua con la coda mantenendo la parte anteriore del corpo fuori dall’acqua, così da guadagnare metri extra. È un po’ come se un aliante potesse riaccendere il motore semplicemente toccando la pista senza atterrare.

Questa incredibile strategia di fuga dimostra quanto l’evoluzione possa essere ingegnosa. Un pesce dalle dimensioni ridotte è riuscito a trasformare l’oceano e l’aria in un unico, sconfinato campo di gioco. Con un impulso fulmineo, un lampo di energia e un perfetto equilibrio tra forza e aerodinamica, il mare diventa cielo e l’acqua si trasforma nel trampolino verso la libertà.

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